Lo scorso 21 febbraio è stato siglato l’accordo di collaborazione tra università di Verona e IS.I.M.- Istituto Internazionale del Marmo, ente di alta formazione e braccio operativo di CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE. A sottoscrivere il documento di collaborazione per la ricerca e lo sviluppo di progetti legati all’economia circolare nel settore lapideo sono stati il prorettore dell’ateneo scaligero Diego Begalli e il presidente dell’IS.I.M. Paolo Marone. L’obiettivo è quello di realizzare processi e prodotti innovativi in ambito tecnologico con impatto sulla sostenibilità ambientale e socioeconomica e ricadute positive a livello territoriale e non solo. Primo atto dell’impegno condiviso sarà dimostrare la fattibilità tecnica ed economica di una tecnologia innovativa per il riciclo degli scarti dei materiali lapidei attualmente conferiti in discarica e non valorizzati.
Erano presenti alla firma dell’accordo presso la Sala Barbieri di Palazzo Giuliari a Verona i rappresentanti delle Istituzioni e dei principali Istituti e Aziende del territorio e nazionali del settore lapideo. Tra i partecipanti anche il presidente di CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE, Federico Fraccaroli, e il presidente onorario dell’Associazione, Flavio Marabelli.
Punto di partenza della nuova collaborazione sarà il progetto denominato Verona ZSW, Zero Stone Waste, che si giova dell’esperienza acquisita nell’ambito del progetto della Commissione Europea “Life”. L’idea è quella di realizzare nella città scaligera il primo centro mondiale di ricerca applicata per la valorizzazione di rifiuti e derivati della lavorazione del marmo e del granito, grazie alla collaborazione con il settore lapideo a livello nazionale e internazionale.
Il progetto, promosso a partire dal 2020 da IS.I.M. e CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE, si occupa della messa a punto di tecniche innovative da poter impiegare per l’End of Waste degli scarti di lavorazione delle pietre naturali e per la limitazione dei consumi energetici e le emissioni di CO2. ZSW vuole dimostrare la fattibilità, sia tecnica che economica, di alcuni processi di riciclo di questi scarti, con la valorizzazione dei rifiuti che vengono trasformati in prodotti utilizzabili in edilizia, agricoltura e in altri ambiti. La tecnologia proposta è dimensionata per le Piccole e le Medie Imprese. Questo il progetto da cui partiranno nuovi studi e ricerche da realizzare in collaborazione con l’ateneo per potenziare questa e altre tecniche innovative.
“Il nostro ateneo – ha affermato il magnifico rettore dell’Università di Verona Pier Francesco Nocini – mette le sue competenze in ambito di ricerca a disposizione delle aziende del settore lapideo e delle organizzazioni che a livello territoriale e nazionale le rappresentano. L’obiettivo è quello di sostenerle nei processi innovativi data anche l’importanza del settore per l’economia del territorio e la sua forza a livello nazionale e internazionale”. “Secondo i dati di una recente indagine della Camera di Commercio di Verona – ha aggiunto il prorettore Begalli – la provincia scaligera è la prima in Italia per export di materiali lapidei, con Vicenza al quarto posto. Insieme, Verona e Vicenza gestiscono il 31% delle esportazioni italiane con 378,5 mln di euro nei primi sei mesi del 2023. La centralità della nostra area per il settore è testimoniata anche dalla presenza del Verona Stone District, referente regionale del Distretto del marmo e della pietra”.
“Il nostro impegno – ha affermato il presidente dell’IS.I.M. Paolo Marone – è che la nostra partnership che avrà il suo centro a Verona si ampli e si moltiplichi. Già altri centri e università internazionali si sono dichiarate pronte a aderire a questi progetti in ambito comunitario e tramite il laboratorio di studi e ricerca che sarà creato con l’Università di Verona si potranno sviluppare importanti attività inerenti la sostenibilità, una tematica molto sentita a livello nazionale, comunitario e dalla nostra associazione di categoria CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE”.
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