Dopo aver chiuso il 2020 con una flessione del 17,3% delle vendite all’estero, l’industria lapidea italiana lo scorso anno ha fatto registrare una decisa crescita delle sue esportazioni – che ha interessato quasi tutti i principali mercati di riferimento settoriale -, agganciando la ripresa economica e il rinnovato slancio del comparto delle costruzioni a livello mondiale.
Secondo le statistiche ufficiali elaborate dal Centro Studi di CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE e presentate lo scorso 10 giugno a Milano in occasione dell’Assemblea generale dell’Associazione, nel 2021 l’export complessivo italiano di marmi, travertini, graniti e pietre naturali in genere – comprendendo sia i grezzi che i lavorati – è infatti aumentato in valore del 20,8% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 1.850,4 mln di euro. Nonostante il rallentamento rispetto al +33,6% tendenziale del 1° semestre – un dato influenzato tuttavia dal confronto con i punti di minimo di marzo e aprile 2020, durante la fase di fermo dell’attività produttiva -, grazie a questo forte recupero le vendite all’estero del comparto hanno addirittura superato quelle del 2019 (+1,9%), anno pre-pandemia.
Entrando nel dettaglio della composizione delle nostre esportazioni va segnalato che l’aumento percentuale più ampio è stata fatto segnare dai materiali grezzi, che con una crescita del 25,9% rispetto al 2020 hanno raggiunto i 369 mln (valore tuttavia ancora inferiore del 13% in confronto ai livelli del 2019), mentre l’incremento delle vendite di lavorati e semilavorati nell’ultimo anno è stato pari al 19,6% per complessivi 1.481,4 mln, un dato che invece ha superato del 6,4% quello del 2019.
Tra le aree di destinazione si segnala il forte recupero degli acquisti di prodotto grezzo dalla Cina (+45,7% sul 2020, per 195 mln), che si conferma leader indiscusso tra i Paesi importatori di blocchi di marmo dall’Italia con una quota di circa il 53% sul totale, seguita dall’India con 28,5 mln (+31,9%).
Per quanto riguarda invece la geografia delle vendite del segmento dei lavorati e semilavorati – i materiali a più alto valore aggiunto, e che rappresentano in valore circa l’80% del totale del nostro export lapideo – va evidenziata la decisa ripresa delle esportazioni verso gli Stati Uniti (+30,6%, dopo la flessione del 15,4% dello scorso anno), che con importazioni per 407 mln si confermano, con ampio margine, nostro 1° mercato di destinazione. Molto positivo l’andamento delle vendite di lastre e prodotti finiti anche in Europa, principalmente verso Germania (+15,3%, 2° buyer con 153,5 mln di import), Svizzera (+10,4%, 3° a 95,5 mln), Francia (+6%, 4° a 78,4 mln), Regno Unito (+34,2%, 5° a 63 mln) e Austria (+23,5%, 7° a 43,7 mln). Spostandoci nell’Area del Golfo, altro tradizionale mercato di riferimento per i materiali italiani, si è registrato un “rimbalzo” negativo delle vendite in Arabia Saudita (-10,2%, 6° a 51,6 mln) e in Qatar (-6,5%, 9° a 36,5 mln) – peraltro due tra i pochissimi Paesi in crescita nel 2020 -, compensato tuttavia dal robusto aumento dell’export verso gli Emirati Arabi Uniti (+39,7%, 8° con 41,1 mln). Chiude la classifica delle prime 10 destinazioni settoriali l’Australia, le cui importazioni di lavorati Made in Italy lo scorso anno sono cresciute di oltre il 50%, raggiungendo i 32,5 mln.
Indicazioni molto incoraggianti – ma che andranno verificate nei prossimi mesi alla luce degli sviluppi dell’attuale situazione internazionale – arrivano anche dai dati del 1° trimestre di quest’anno, nel corso del quale l’export italiano di materiali lapidei è cresciuto in valore del 21,2% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Comments are closed.