La spesa in infrastrutture italiana è attesa crescere del 2,6% nel periodo 2021-2026 e dell’1,7% l’anno allargando l’analisi al decennio 2021-2031. Si tratta di un tasso superiore alla media dell’eurozona (+1,5%) ma soprattutto nettamente al di sopra delle previsioni pre-pandemia (+0,9%). Queste stime sono contenute nel focus di SACE “Ieri, oggi e domani: le infrastrutture in Italia”, basato su uno studio realizzato da Oxford Economics e Cresme.
La crescita attesa della spesa in infrastrutture supererà, nel periodo in esame, quella prevista per il Pil, grazie agli ingenti fondi del PNRR a disposizione e alle riforme attuative previste. “L’aumento atteso degli investimenti in infrastrutture segna un cambio di passo evidente rispetto al passato”, si legge nel rapporto, che ricorda come in Italia “gli investimenti in infrastrutture si sono costantemente ridotti nel tempo” con una spesa che, dalla crisi finanziaria globale del 2008 fino al 2021, si è contratta in media del 2,8% l’anno. Il comparto che crescerà maggiormente nel prossimo quinquennio è quello dei porti, aeroporti e ferrovie (+3,8% in media l’anno), seguito da infrastrutture per l’energia elettrica e il gas (+3,2%), trainati dalla spinta al green e alla transizione energetica.
Dalle direttrici ferroviarie Verona-Brennero e Napoli-Bari al porto di Genova, dal nuovo hub aeroportuale di Brescia ai nuovi impianti eolici offshore della Sardegna, gli sviluppi infrastrutturali coinvolgeranno tutto il territorio italiano. “The time is now: l’eccezionale disponibilità di ingenti risorse Ue rappresenta per l’Italia un’occasione unica per rafforzare il suo sistema infrastrutturale”, sottolinea il focus.
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