Il 2021 si è rivelato un anno di forte ripresa per l’industria italiana del bene strumentale, dopo la recessione del 2020 dovuta alla pandemia e alle misure di contenimento. A riportarlo è l’indagine annuale elaborata dal Gruppo Statistiche di FEDERMACCHINE – la federazione delle Associazioni dei produttori di beni strumentali e loro accessori destinati allo svolgimento di processi manifatturieri dell’industria e dell’artigianato, alla quale CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE aderisce in rappresentanza del settore “macchine e attrezzature lavorazione marmo” – presentata lo scorso giugno, nella quale si evidenziano incrementi a doppia cifra per tutti i principali indicatori economici.
In particolare, nel 2021 il fatturato del comparto si è attestato ad un valore pari a 50,4 mld di euro, registrando un incremento del 21,6% rispetto al 2020 (+21,2% il dato delle tecnologie per la lavorazione dei materiali lapidei). Grazie a questa accelerazione, l’industria di settore non solo ha recuperato il terreno perso nel biennio precedente (2019-2020) ma ha addirittura migliorato il record che aveva fatto segnare nel 2018. Sul versante delle esportazioni la crescita è stata del 18,1% (+18,5% per le “macchine lavorazione marmo”), per complessivi 32,9 mld di euro. Le vendite sul mercato estero sono dunque ripartite in modo convinto – tornando sui livelli pre-pandemici – ma non hanno raggiunto lo slancio che avevano dimostrato nel 2018.
Ottima la performance delle consegne dei costruttori italiani sul mercato interno che, trainate dal consumo, hanno raggiunto il valore di 17,5 mld, pari al 28,6% in più rispetto al 2020 (+30,3% per le tecnologie per la pietra naturale). Protagonista di una crescita senza precedenti è stata infatti la domanda espressa dal mercato domestico, che è cresciuta del 29,7% rispetto all’anno precedente e si è attestata a 27,2 mld, un valore mai raggiunto prima. Anche l’import ha beneficiato della vivacità della domanda interna attestandosi a 9,6 mld, il 31,7% in più rispetto al 2020. Le Imprese italiane del settore hanno però dimostrato di saper ben presidiare il mercato locale, come evidenziato dal dato import/consumo che resta al 35,5%. Il rapporto export/fatturato è sceso invece di due punti percentuali, al 65,2%. Positivo, infine, anche il dato dell’occupazione, cresciuta di quasi un punto percentuale, a 202.000 unità.
Il rapporto sottolinea che il fatturato complessivo delle 5.100 Imprese appartenenti ai comparti che compongono FEDERMACCHINE è aumentato, come detto, a 50,4 mld di euro nel 2021, che corrispondono al 2,8% del Prodotto Interno Lordo del nostro paese. Il contributo più rilevante fornito all’economia italiana dal settore è dato dalle vendite all’estero: con 32,9 mld, le vendite di macchinari sui mercati stranieri coprono una quota del 5,7% sul totale delle esportazioni italiane, che sale al 6,4% prendendo in considerazione le sole esportazioni di merci. Gli addetti alla meccanica strumentale, nel 2021, rappresentano inoltre il 4,8% degli addetti nell’industria manifatturiera tricolore.
Il saldo commerciale complessivo dei settori che formano FEDERMACCHINE lo scorso anno è stato, come sempre, positivo, a quota 23,2 mld di euro, in crescita del 13,3% rispetto all’anno precedente. Si tratta del secondo valore più alto nella serie storica, di pochissimo inferiore ai 20,3 mld registrati nel 2018.
Comments are closed.