Dopo il +1,7% fatto segnare lo scorso anno – che aveva confermato il pieno recupero dei livelli di export pre-pandemici – il 2023 dell’industria tecno-marmifera italiana si è aperto nel segno di una ulteriore crescita delle vendite all’estero di macchine, impianti, attrezzature e utensili per l’estrazione e la lavorazione delle pietre naturali. I dati elaborati dal Centro Studi CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE relativamente ai primi 5 mesi dell’anno hanno rilevato infatti un aumento del valore dell’export del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un complessivi 460,8 mln di euro.
A livello di mercati di riferimento, gli Stati Uniti – dopo l’eccellente +42,1% del 2022 – si confermano il principale buyer di macchine lavorazione marmo italiane con 84,4 mln di euro di import, con un incremento di un ulteriore 3,8% rispetto ai livelli record dei primi 5 mesi dell’anno precedente. Si sono mantenute stabili le vendite verso la Germania, nostro 2° mercato con 25,5 mln (-0,7%), e si rafforza la crescita in Canada (+12,5%, 3° a 24,9 mln) e India (+2,1%, 4° a 24,6 mln). Tra le note negative si segnala la flessione del nostro export verso tre importanti mercati europei come Polonia (-8%, 5° a 19,4 mln), Spagna (-20,1%, 6° a 19,1 mln) e Francia (-30,9%, 8° a 18,4 mln). Questi cali sono stati tuttavia compensati dal deciso aumento delle vendite verso Regno Unito (+7,8%, 7° a 18,7 mln), Portogallo (+29,4%, 9° a 17,5 mln) e soprattutto in Turchia, che – dopo il +48,4 % del 2022 – si conferma anche nella prima metà del 2023 tra i mercati più dinamici per le esportazioni italiane di tecnologie lapidee (+34,6%, 10° a 17,3 mln).
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