I dati di export 2020 dell’industria lapidea italiana mostrano i segni della pandemia globale e, nonostante il recupero fatto segnare nel 2° semestre dell’anno, le Aziende del comparto faticano a recuperare le perdite di quote di mercato riportate durante il lockdown. Questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dalle statistiche ufficiali di settore elaborate dal Centro Studi di Confindustria Marmomacchine su base Istat, che offrono anche lo spunto per un’analisi delle dinamiche congiunturali registrate nel corso dell’anno. Dopo il picco negativo raggiunto a maggio (-27% in valore sullo stesso periodo del 2019) in seguito alla sospensione delle attività produttive e l’inversione di tendenza fatta registrare a giugno (-24,5% sul 1° semestre dell’anno precedente), la risalita dell’export italiano di marmi, graniti e pietre naturali in genere – comprendendo sia i grezzi che i prodotti lavorati – è stata incoraggiante nei mesi estivi, risalendo a -19,8% alla fine del 3° trimestre, per poi purtroppo affievolirsi nell’ultima parte dell’anno, chiudendo a -17,3% (per complessivi 1.503 mln di euro, contro i 1.816 mln del 2019).
Andando ad analizzare la composizione delle nostre esportazioni emerge che nel 2020 a soffrire le perdite più alte sono stati i materiali grezzi, le cui vendite all’estero sono diminuite in valore del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (passando da 424 a 288,2 mln di euro), a causa principalmente della forte contrazione di ordini dalla Cina (-35,4%, per 133,8 mln), il 1° importatore di blocchi dall’Italia, oltre che dall’India (-56,2%, per 21,6 mln), che rimane comunque al 2° posto. Per quanto concerne invece il segmento dei prodotti lavorati e semilavorati – che rappresentano in valore circa l’80% del totale del nostro export lapideo – la diminuzione delle esportazioni è stata decisamente più contenuta, con una flessione del 12,8% rispetto al 2019, per complessivi 1.215 mln di euro.
Tra i mercati di destinazione di lastre e prodotti finiti Made in Italy si segnala che, in termini assoluti, la diminuzione più marcata delle nostre vendite è quella registrata verso gli Stati Uniti – che tuttavia si confermano, con ampio margine, il 1° buyer settoriale -, il cui import è diminuito del 15,4% (per 312 mln). Risultano al contrario in crescita (+13,1%) le esportazioni verso la Germania, nostro 2° mercato con 140,8 mln, mentre calano in tutti gli altri principali Paesi europei: -6,2% in Svizzera (3° a 86,6 mln), -29,4% in Francia (4° a 64,1 mln), -19,3% nel Regno Unito (6° a 43,5 mln) e -1,7% in Austria (8° a 32,1 mln). Indicazioni più confortanti per i marmi e graniti lavorati italiani giungono invece dall’area del Golfo, in particolare grazie al forte incremento degli ordini da Arabia Saudita (+78,2%, 5° buyer con 57,5 mln) e Qatar (+26,2%, 7° a 39 mln), mentre diminuiscono le vendite verso gli Emirati Arabi (-24%, 9° a 29,4 mln). Chiude la classifica delle prime 10 destinazioni settoriali la Russia, le cui importazioni lo scorso anno si sono mantenute sui buoni livelli del 2019 (+1,9%, a 24,6 mln).
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