I dati ufficiali di settore elaborati dal Centro Studi di CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE relativamente al 1° semestre 2024 hanno evidenziato – in un contesto internazionale tutt’altro che semplice – una sostanziale tenuta del fatturato estero della filiera lapidea italiana. L’export aggregato di materiali e tecnologie complementari, nonostante un lieve calo (-1,9%) rispetto allo stesso periodo del 2023, ha infatti raggiunto i 1.551,2 mln di euro, mantenendosi sui livelli record del biennio precedente e accrescendo ulteriormente il surplus commerciale del comparto (+1,4%, a 1.350 mln). Nel dettaglio, i dati semestrali rilevano una crescita del 4,2% per le vendite all’estero di pietre naturali (per un valore pari a 1.067,3 mln), col nuovo massimo storico del valore medio per tonnellata (che ha sfiorato i 1.000 euro/tonnellata), mentre risultano in flessione (-13%, per 483,9 mln) quelle di macchine e attrezzature d’estrazione e lavorazione.
Le statistiche sono state illustrate in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2024 di MARMOMAC, fiera di riferimento a livello internazionale per la filiera tecno-marmifera svoltasi a Veronafiere dal 24 al 27 settembre. “Nel complesso, con più di 3.200 Aziende e 34.000 addetti, un fatturato nel 2023 di 4,5 mld di euro, un valore delle esportazioni di 3,2 mld, una forte propensione all’export – pari al 71,2% della produzione – e soprattutto con un saldo commerciale annuo attivo di oltre 2,7 mld la filiera tecno-marmifera italiana si conferma, anche a livello di numeri, come uno tra i settori propulsivi e d’eccellenza del manifatturiero Made in Italy” ha dichiarato durante l’appuntamento con la stampa Flavio Marabelli, presidente onorario di CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE.
“Sul fronte previsionale, alle luce delle incertezze legate agli sviluppi della situazione macroeconomica e geopolitica – in particolare il conflitto in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e le elezioni americane -, non è semplice fare valutazioni sull’andamento della domanda nei prossimi mesi. Molto dipenderà dalla capacità delle nostre Imprese di reagire velocemente al contesto che cambia, modificando la rotta all’occorrenza – ha sottolineato Marabelli. Le previsioni del nostro Centro Studi Associativo sono comunque improntate a un cauto ottimismo, e nella seconda parte dell’anno ci attendiamo una conferma della crescita delle vendite di materiali e un parziale recupero di quelle di tecnologie, con il totale di filiera che dovrebbe mantenersi sui livelli del 2023”.
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